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C’era una volta l’Italia

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Nel 2011 si sono celebrati i 150 anni dell’unità d’Italia, ma la canzone e la cinematografia nazionale del dopoguerra hanno continuamente rappresentato e celebrato il nostro passato, spesso con ironia e divertito distacco dalle vicende che hanno attraversato la nostra storia dal 1861 a oggi.

Proprio ripercorrendo tramite spezzoni di film celebri e la colonna sonora dei capolavori della canzone italiana, l’intento dello spettacolo “C’era una volta l’Italia” è quello di mostrare il “come eravamo” e quello che siamo diventati oggi, sorridendo (ma non troppo) sui vizi, virtù e strategie di sopravvivenza dell’italiano medio, alla forte luce di questo importante, e per qualcuno ingombrante, anniversario.

Il Risorgimento e l’Unità d’Italia, le grandi guerre del secolo scorso, la seguente nascita dei grandi imperi economici e il terrorismo internazionale hanno sicuramente formato la nostra storia e grandi artisti come Monicelli, Visconti, Rossellini ne hanno fatto un ritratto preciso attraverso i loro film. In musica poeti moderni come De André, Gaetano, Vecchioni e Bennato ne hanno scritto la colonna sonora.

Una potente voce, una chitarra scatenata e un proiettore per ripercorrere questi 150 anni, suonando e cantando “Titanic” o “Aida”, mentre lo schermo proietta Sordi e Gassman nelle trincee della Grande Guerra e Benigni che ci parla dell’olocausto: un viaggio attraverso la storia, la musica e il cinema.

Note di Regia

“Quando ho iniziato a scrivere C’era una volta l’Italia dovevo capire che taglio dargli, e il solo fatto di dovere dare un taglio mi metteva nella condizione di dovere omettere qualcosa, e il solo fatto di omettere qualcosa mi rendeva complice di manomissione storica. Eh si, perchè se raccontando una storia complessa come quella di un paese si inizia a omettere alcuni eventi o a sottolinearne altri, si da una propria interpretazione a tutto: il bello e il brutto della soggettività della storia. La risposta alla vecchia domanda “Se Hitler avesse vinto la guerra, cosa sapremmo dell’olocausto?”, e il fatto che l’abbia persa cosa ha fatto passare in secondo piano? Per fortuna adesso, per merito di internet, è molto difficile tenere nascosto qualsiasi cosa, ma quello che ancora manca è la voglia di informarsi. Ecco, questo spettacolo, con le sue omissioni, mi piacerebbe che fosse uno spunto per approfondire; che qualche studente si dicesse “questa non la sapevo” oppure “la sapevo diversa” e che si andasse a documentare un po’. Oppure che esclamasse: “Ehi, ma la storia non è noiosa come pensavo!“ Ecco questa sarebbe la cosa più bella che potrebbe accadere.”

Fabrizio Checcacci – Voce narrante e voce solista

Cosimo Zannelli – Chitarra, cori

Arrangiamenti : Cosimo Zannelli

Regia – Fabrizio Checcacci

Durata: 75 min.

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